Difesa personale: il segreto dell’efficacia è la semplicità

Difesa personale: il segreto dell’efficacia è la semplicità

Un corso di difesa personale dev’essere semplice. Il segreto della sua efficacia è tutto qui. Più è semplice, facile, accessibile, meglio è. In particolar modo questa semplicità di apprendimento è importante nel caso di un percorso di difesa personale femminile che  non sia orientato agli appassionati di fitness o di arti marziali, ma alle persone comuni. E questa semplicità è ancor più importante se il percorso di difesa personale ha l’obiettivo di essere un valido strumento per prevenire la violenza fisica andando a operare una trasformazione dell’allievo per aiutarlo a reagire alla violenza psicologica.

In un articolo dedicato a riconoscere la violenza psicologica nella coppia abbiamo cercato di delineare gli indizi che si presentano a coloro (in genere donne) che sono bersaglio di sottili forme di violenza psicologica che un giorno potrebbe trasformarsi in violenza fisica. Questa caratteristica è ancora più importante per queste persone. La semplicità, è fondamentale proprio perché sarebbe assurdo richiedere ad una persona di imparare per anni e anni tecniche e movimenti per poter uscire dal circolo della violenza.

Una donna, soprattutto se vittima di violenza psicologica, ha bisogno di essere messa in condizione di spezzare le sue catene nel giro di pochissimo tempo. Non ha tempo da perdere: oggi è vittima di soprusi psicologici, domani potrebbe già diventare vittima di atti di violenza fisica. Per questo, un percorso di difesa personale che ambisce ad essere un vero strumento di ausilio per persone in vere difficoltà, ha l’obbligo di tener conto di questa urgenza e deve farsi carico della necessità di risolvere il problema in tempi stretti.

Il Wilding: la semplicità  alla base della difesa personale

Dunque, una forma efficace di difesa personale dev’essere semplice, e abbiamo chiarito il perché. Adesso vogliamo chiarire il come. Infatti non basta dire che il Wilding è semplice da apprendere, perché rimarrebbe una mera affermazione. Noi vogliamo dimostrare, portare argomenti razionali a sostegno della nostra affermazione.

Allora la domanda è: come è possibile che il Wilding si possa imparare senza difficoltà? Non è forse vero che le tante e diverse forme di difesa personale sono tutte basate su tecniche e arti marziali? E che richiedono lunghi e difficili percorsi di addestramento per dare frutti?  Sì, le altre forme di difesa personale sono difficili.

Il Wilding non lo è perché è basato sull’istinto e non sulle tecniche. La differenza è enorme. Imparare una tecnica significa dover costringere il corpo a muoversi secondo precisi movimenti dettati dalla mente che deve ricordare i movimenti e calibrare ogni passaggio per rispettare uno schema appreso. L’istinto invece è rapido, fulmineo, micidiale. Risvegliare un istinto è semplice. Ed il Wilding non insegna delle tecniche ma insegna a risvegliare un istinto e canalizzarlo. Ecco perché possiamo affermare che il Wilding è davvero diverso, davvero semplice, e quindi davvero efficace.

Facciamo un esempio. Un calcio alto, al viso, fa sicuramente una gran figura e, se ben assestato, è anche molto efficace. In palestra. Sul ring. Dopo un quarto d’ora di riscaldamento, per evitare gli strappi muscolari. Sulla strada, in un momento di allarme e di improvvisa tensione, l’idea di tentare di tirare un calcio alto al volto – a meno che tu non sia un esperto – è assurda e ti farebbe ruzzolare per terra. E non ce la faresti comunque, i pantaloni ti impedirebbero di alzare la gamba come vorresti. Nella stessa situazione è molto meglio (più efficace) avere imparato a utilizzare l’istinto, che significa agire con la rapidità di un felino o di un rettile, lasciando che l’impulso di autodifesa permetta un’azione fulminante ed un colpo che, magari non sarà spettacolare, ma sicuramente sarà micidiale.

La base scientifica: il miracolo del cervello

Le nostre affermazioni, come accennato, non sono prive di fondamento. C’è una precisa ragione scientifica che spiega quanto diciamo: il Sistema Nervoso Centrale (SNC) è composto (semplificando molto) da due parti. La prima è (1) il midollo spinale, che si trova nella spina dorsale ed ha il compito di governare il movimento degli arti.

La seconda (2) è l‘Encefalo. L’encefalo, a sua volta è suddiviso in diverse parti. Senza utilizzare le sottili e complesse distinzioni mediche, possiamo sinteticamente dire che esse sono il (2.1) Midollo allungato e ponte, che collegano il midollo spinale al cervelletto e al cervello e controllano soprattutto il funzionamento involontario del corpo. (2.2) Cervelletto, responsabile dell’equilibrio e del coordinamento motorio. Infine c’è il (2.3) Cervello che rappresenta il fulcro del sistema nervoso.

Ma il cervello non è una massa unica: anch’esso si suddivide ancora in (2.3.1) Paleoencefalo, che controlla i principali istinti come la fame, la sete, la sessualità, il ritmo sonno/veglia e, insieme all’Amigdala, produce le emozioni. C’è poi il (2.3.1) Talamo che mette in contatto la corteccia celebrale con le altre parti del SNC e che funziona un po’ come una centralina che distribuisce i segnali. Infine c’è il (2.3.3) Neoencefalo o Corteccia celebrale ovvero quella parte del cervello che svolge tutte le funzioni cognitive superiori che distinguono l’uomo dagli animali: le percezioni e le sensazioni, il controllo delle emozioni, la memoria, la capacità di pensare e decidere, il comando dei movimenti.

Paleoencefalo = istinto, Neoencefalo = ragione

La differenza che ci preme sottolineare è che il cervello ha parti diverse che svolgono funzioni diverse. In particolare esiste il Paleoencefalo che è una parte più “antica”, presente anche nei rettili e negli organismi superiori fino all’uomo, che è responsabile dei movimenti involontari, del coordinamento motorio e degli impulsi primitivi, istintivi e “animali”. La seconda è una parte più evoluta, il Neoencefalo, che sovraintende alle funzioni cognitive superiori come linguaggio, memoria, immaginazione, etc. Sicuramente il grande sviluppo del neoencefalo è ciò che ha permesso all’umanità di fare tutto quello che ha fatto di diverso dagli animali.

E anche sferrare un calcio secondo le migliori tecniche di autodifesa basate su arti marziali, ovvero un movimento basato su funzioni cognitive superiori quali decisione, memoria e pensiero. Tuttavia è chiaro che in questo caso dal Neoencefalo  (2.3.1) deve partire un impulso cognitivo (legato a schemi appresi) che deve poi raggiungere il cervelletto (2.2) che dovrà trasformare l’impulso (elaborare l’informazione ricevuta) per tradurlo in un altro impulso motorio da trasmettere ai muscoli tramite il midollo spinale (1). E volendo essere ancora più precisi, in una situazione di pericolo il giro è ancora più lungo: è infatti il Paleoencefalo (2.3.1) che si attiva (la paura è un emozione), trasmette l’istintivo segnale di situazione di urgenza al Neoencefalo (2.3.3) che deve elaborare il segnale, formulare una risposta e in seguito, come detto prima, deve ritrasmettere al cervelletto un impulso (2.2) il quale viene elaborato in impulso motorio e solo a questo punto inviato ai muscoli tramite il midollo spinale (1): lo schema è

(2.3.3) –> (2.3.1) elaborazione (2.3.1) –> (2.2) –> (1) azione.

Viceversa, sferrare un colpo istintivo che parta direttamente senza riflettere è il miglior sistema per agire in modo fulminante: Infatti in questo caso il paleoencefalo (2.3.1) si attiva (la paura) e invia un impulso di movimento istintivo al cervelletto (2.2). Lo schema molto più semplice e veloce:

(2.3.1) –> (2.2) –> (1) –> azione.

L’istinto è più rapido della ragione. E l’istinto non si deve imparare, non è necessario studiare e allenarsi con lunghi anni di esercizi per risvegliarlo. C’è, è lì, basta usare i giusti stimoli per risvegliarlo e mantenerlo vigile. Il Wilding si basa sull’istinto e non sulle tecniche, sul paleoencefalo e non sul neoencefalo. Ecco perché il Wilding è semplice ed efficace.

L’immenso valore della semplicità

La semplicità è’ una regola della vita: le cose semplici sono meglio di quelle difficili. Si imparano prima, si applicano meglio. E vale ancora di più nel campo della difesa personale: le tecniche difficili, quelle che si imparano a fatica e dopo molto sforzo in palestra, si dimenticano nel momento del bisogno. Anzi, possono essere addirittura controproducenti. Perché nello sforzo di ricordarle – mamma mia, com’è che devo fare adesso, che non me lo ricordo più? – hai perso secondi preziosi, e l’aggressore ti ha già steso a terra.

La semplicità è efficacia. L’autodifesa semplice è quella che si riesce ad applicare meglio. Soprattutto sotto stress. Certo, le tecniche semplici non sono spettacolari come quelle elaborate; ma sono infinitamente più efficaci e collaudate. L’autodifesa semplice si impara più velocemente, si memorizza meglio, si applica con maggiore efficacia, è la più collaudata. Se dunque vuoi avere l’approccio giusto per difenderti in situazioni di pericolo fisico o psicologico, ecco la giusta forma di difesa personale semplice: prova il Wilding.

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