Piacevole da apprendere

Impariamo bene soltanto se l’apprendimento non è pesante, difficile, ostico. A scuola molti di noi hanno fatto fatica ad imparare perché non ci piaceva studiare nel modo in cui ci veniva imposto; e a distanza di poco tempo abbiamo dimenticato quasi tutto.

Mentre ricordiamo di più materie che abbiamo amato, e quindi imparato con passione. Anche l’apprendimento dell’autodifesa può essere difficile, duro, complicato.

La difesa personale istintiva non è così: ha sviluppato un metodo didattico che la rende piacevole da apprendere, gradevole da imparare. I praticanti di Wilding dicono che non vedono l’ora che arrivi la lezione successiva… E’ la migliore dimostrazione della piacevolezza di questo apprendimento.

L’autodifesa istintiva non è la solita difesa personale tutta basata su movimenti rigidi e predeterminati dove impari mnemonicamente le varie mosse: uno, due, tre, quattro…

Questa autodifesa, oltre ad essere poco efficace, è anche di una noia mortale, e quindi difficile da apprendere! Il Wilding, essendo invece autodifesa basata non su tecniche, bensì sull’istinto, lascia molte più libertà di confezionare la propria difesa personale personalizzata. Perché ciò che funziona con una persona potrebbe non funzionare affatto con un’altra.

Non si tratta soltanto della statura e del peso, ma anche di una predisposizione, o di un’avversione, innata verso alcuni movimenti. Se non vengono naturali, i casi sono due: o li ripeti alla nausea per moltissimo tempo, sperando che alla fine lo diventino; oppure lasci libertà al corpo e alla mente, e consenti al praticante di scegliere, a patto che siano efficaci, quelli a lui congeniali.

E’ una difesa personale piacevole da apprendere anche perché durante le lezioni si lascia ampio spazio all’improvvisazione. Attenti a capire bene il concetto: improvvisazione non certo nel senso che non si sa cosa fare e si improvvisa, bensì nel senso che si sa quanto sia importante creare alcuni scenari non preordinati di aggressione, bullismo o minacce.

Scenari in cui non esiste una regia preordinata, e in cui tutti insieme, dopo, ci si sente liberi di commentare il comportamento degli attori, e di capire come ci si sarebbe comportati se ci si fosse trovati al loro posto.