Prima di illustrare questo argomento – l’uso di pugni e calci nell’ autodifesa femminile – vogliamo chiarire subito a che titolo ne parliamo: un corso di difesa personale Wilding ha quelle caratteristiche assolutamente innovative che ne fanno una perfetta forma di autodifesa femminile (e non solo femminile). Mario Furlan ha concepito questa tecnica per essere davvero efficace e adatta a chiunque non sia un esperto di arti marziali ma abbia desiderio di apprendere una tecnica in grado di fornirgli reali strumenti da utilizzare in momenti di difficoltà e di possibile violenza. Nelle altre pagine del nostro sito troverete molti elementi interessanti per approfondire questi argomenti. Adesso passiamo al tema dell’articolo: l’utilizzo di pugni e calci nell’autodifesa femminile.
Perché pugni e calci sono poco adatti nell’autodifesa femminile e nell’autodifesa da strada
Nelle arti marziali tradizionali, negli sport da combattimento (Muay Thai, Kickboxing, Mma), e anche in molti corsi di difesa personale normali (ovvero basati su queste o altre arti marziali), pugni e calci sono i principali strumenti di difesa. Nell’ottica di una attenta riflessione sui giusti principi di una tecnica di difesa personale femminile intelligente e concreta (che deve necessariamente tener conto della reale concitazione dello scontro reale), diventa chiaro che la loro efficacia può essere drasticamente ridotta.
Pugni e calci possono essere estremamente efficaci per l’autodifesa? Certo, ma a patto di essere dei campioni. Bisogna avere imparato bene a tirarli. E bisogna anche avere acquisito alcune doti: la velocità, la potenza, la precisione tecnica. E, cosa fondamentale, la capacità di serrare correttamente il pugno. E di tirare il calcio con la giusta angolazione. Se sbagli a chiudere il pugno, o a tirare il calcio, puoi farti seriamente male. Puoi romperti la mano, o il polso. Puoi slogarti la caviglia, o spaccarti le dita del piede. Senza contare il fatto che l’avversario può afferrarti il piede e farti ruzzolare a terra. Dove le cose si possono mettere molto male per te…
E poi un conto è tirare un pugno in palestra a un compagno, un altro è tirarlo per strada a un delinquente. Nel primo caso hai tutto il tempo di controllare la tecnica e di prendere bene la mira, nel secondo sei talmente agitato che non hai né il tempo, né la lucidità per pensarci. A meno che tu non sia un esperto, un maestro, una cintura nera: ma ci vogliono anni e anni di allenamento, e di preparazione atletica, per arrivare a quei livelli. Per questo, come questa immagine a destra vuole suggerire, dietro alla convinzione di poter risolvere una situazione di difficoltà usando pugni e calci da arti marziali c’è un’idea di autodifesa femminile che risulta assolutamente improbabile e fantasiosa.
La difesa personale femminile non può basarsi sulla forza muscolare
Per tirare un pugno, o un calcio, potente devi essere forte, veloce e preciso. Ma la maggior parte delle donne non è forte come un uomo. Quindi una tecnica intelligente e concreta di difesa personale femminile ha bisogno di utilizzare risorse diverse: più duttili, meno dipendenti dalla potenza dei muscoli.
Per questo nel Wilding, il corso di autodifesa femminile più innovativo ed efficace mai inventato, i pugni tradizionali e i calci ci sono, ma in misura ridotta e semplificata. Invece ci sono soprattutto i colpi con il taglio della mano e con il palmo della mano, i pugni rovesciati, i pugni a martello: tecniche molto più facili da eseguire sotto stress rispetto al classico pugno del pugilato o del karate. Tra l’altro pugilato, kickboxing, muay thai prevedono i guantoni; i combattimenti di arti marziali miste (Mma) prevedono i guantini; ma l’autodifesa da strada non prevede proprio nulla, se non la propria capacità di reagire d’istinto. Proprio ciò su cui si basa il Wilding, l’autodifesa da strada che si basa sull’istinto di autodifesa insito in ciascuno di noi. Ed è sempre per questo motivo che il Wilding è perfetto come forma di autodifesa femminile.