“Il Wilding è l’autodifesa istintiva e psicologica, adatta anche ad anziani e a persone con difficoltà a muoversi. E’ una difesa personale che con poche, ma collaudatissime mosse, consente di mettersi in salvo o di limitare al minimo le conseguenze di un incontro pericoloso”: lo scrive il quotidiano online Affaritaliani.it
Il quotidiano online Affaritaliani.it dedica due pagine al Wilding, l’autodifesa istintiva fondata da Mario Furlan, “Uno che conosce molto bene la realtà della strada” Perché è il fondatore dei volontari di strada dei City Angels, istruttore di krav maga e jeet kune do, docente universitario di Motivazione e crescita personale.
Da queste sue conoscenze in campi che spaziano dalla psicologia alle aggressioni, Furlan ha tratto il Wilding, dall’inglese “wild”, selvaggio: la difesa personale basata sul risveglio del nostro istinto naturale di sopravvivenza.
Come spiega Furlan nell’intervista, serve “entrare nell’atteggiamento mentale giusto. E farlo notare. Camminare a testa alta, decisi e sicuri di sé. Perché gli aggressori sono o vigliacchi, o opportunisti: se possono, scelgono le prede più deboli”.
L’intervista mette bene in risalto il carattere di autodifesa soprattutto preventiva, psicologica e verbale del Wilding. La reazione fisica dev’essere l’extrema ratio. E quando viene attuata, deve cogliere l’aggressore di sorpresa: anche qui entra in gioco l’elemento psicologico.
Bisogna reagire con rapidità, con poche semplicissime mosse: più sono semplici e immediate, più la difesa personale risulta efficace. Se invece ci si incasina con le tecniche, o si viene presi dal panico, è la fine…
“Ma non bisogna avere paura di avere paura: la paura ci può dare una marcia in più” assicura Furlan. Che traccia un duplice identikit dell’aggressore: quello a sangue freddo, il professionista; e quello a sangue caldo, concitato, fuori di sé. Nei corsi di autodifesa istintiva si insegna come affrontarli, con due metodi diversi.